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Valle-Inclán Ramón del
Sommario
Valle-Inclàn nel teatro spagnolo
Valle-Inclàn nel teatro spagnolo
di Alfonso Sastre 5
Scheda bio-bibliografica 13
Polittico dell’avarizia, la lussuria e la morte 15
Scheda bio-bibliografica 13
Polittico dell’avarizia, la lussuria e la morte 15
Nota al testo 17
Patto di sangue 19
Patto di sangue 19
La rosa di carta 35
La fattura 51
La testa del Battista 93
Sacrilegio 111
Luci di bohème 125
Luci di bohème 125
Nota al testo 127
E proprio il grottesco, quello che con termine spagnolo si definisce “esperpento”, caratterizza l’opera di Valle-Inclán nella sua fase più matura. Ne è un esempio Luci di bohème: la paradossale via crucis del vecchio poeta cieco Maximo Estrella attraverso una Madrid “assurda, brillante e famelica”, rutilante di personaggi bizzarri e patetici costituisce, insieme, un percorso di maturazione artistica nel quale è possibile leggere la lenta e travagliata presa di coscienza dell’autore, da una scrittura estetizzante, ricercata e leziosa, alla materia, ben più umana e profondamente radicata nella cultura spagnola, dell’ “esperpento”. Proprio Estrella — che rispecchia molti connotati biografici e ideologici dello stesso Valle-Inclán — morendo ne sintetizza la poetica: “L’esperpento lo ha inventato Goya. Il senso tragico della vita spagnola può essere reso solo da un’estetica sistematicamente deformata. La Spagna è una deformazione grottesca della civiltà europea. In uno specchio concavo le immagini più belle diventano assurde. La mia estetica attuale è di trasformare con una matematica da specchio concavo le regole classiche”.